JARED DIAMONDS
RISPONDE a LORENZA LEI ► libro “ET_NET”.
L’intervista
e’ stata realizzata con la cortese collaborazione dell’ UniversitàLuiss,
presso la quale il prof. Jared Diamond
ha tenuto un corso di otto lezioni dal 10 al 21 marzo 2014.
Il mondo delle interconnessioni coinvolge oggi non
solo uomini e donne ma anche i ragazzi piu’ giovani senza alcun tipo di
“iniziazione”. Se come diceva il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, il periodo
di educazione dell’essere umano dura dieci anni a partire dalla sua nascita,
come si inserisce questa nuova scoperta? Può essere equiparata alla “scoperta
del fuoco”? Può la tecnica influenzare il pensiero umano?
Con il
dovuto rispetto, sulla durata dell’educazione dell’essere umano non sono
d’accordo. Quando avevo 15 anni,
osservando alcune persone di 30
anni pensavo tra me: “Come sembrano maturi! Hanno gia’ risolto tutti i problemi
che oggi mi angustiano!” . Quando ho raggiunto l’età di 30 anni, ho scoperto
che, benchè avessi imparato molto e sviluppato una grande volonta’ di
affrontare le mie questioni, in realtà avevo necessita’ di “molta molta”
istruzione. Ora che ho 76 anni, posso dire che la mia istruzione si e’ formata
negli ultimi 10 anni della mia vita.
Il dialogo al tempo della Rete tra adulti e giovani
come cambia. Anche i rapporti tra l’uomo e la donna hanno subito cambiamenti
all’epoca della Rete?
Le relazioni
tra uomini e donne, giovani e anziani e tra le persone in genere sono
grandemente cambiate dagli attuali mezzi di comunicazione e non solo a causa
della Rete. Le connessioni tra le popolazioni della Nuova Guinea tra le quali
ho lavorato negli ultimi 50 anni sono
dirette. CIoe’ le persone parlano guardandosi in faccia, ascoltando
reciprocamente le voci, leggendo le espressioni facciali ed il linguaggio del
corpo, sono coinvolte totalmente nell’altro, e non sono distratte dall’invio di messaggi o dalla
ricezione di chiamate al cellulare. Per contro, le relazioni tra le persone
oggi in Italia e negli Usa, come nelle altre società industriali, sono
soprattutto indirette. Si stima che in media, gli Americani, e ritengo sia lo
stesso in Europa, trascorrano sei ore al giorno di fronte al computer o al
cellulare.
Questo passaggio dalla informazione diretta a quella indiretta e’ cominciato molto tempo fa con lo sviluppo della scrittura, poi incrementato dallo sviluppo del telegrafo e del telefono e ora e’ esploso con l’arrivo di internet, posta elettronica, sms e cellulari. Le persone stanno perdendo la capacita’ di leggere le voci e le espressioni, di focalizzare l’attenzione e trattare l’altro come “diverso da sé”.
Questo passaggio dalla informazione diretta a quella indiretta e’ cominciato molto tempo fa con lo sviluppo della scrittura, poi incrementato dallo sviluppo del telegrafo e del telefono e ora e’ esploso con l’arrivo di internet, posta elettronica, sms e cellulari. Le persone stanno perdendo la capacita’ di leggere le voci e le espressioni, di focalizzare l’attenzione e trattare l’altro come “diverso da sé”.
Le popolazioni da Lei studiate possono essere
raggiunte dalle interconnessioni della Rete? Come funzionavano le
interconnessioni nelle società di ieri?
Tra
le popolazione della Nuova Guinea con i quali ho lavorato, i cellulari stanno
diventando molto diffusi, i computer un po’ meno. Nella mia opinione, questo
cambiamento non ha solo aspetti positivi. Ieri, un mio amico che era appena
arrivato da una settimana trascorsa nelle isole del Pacifico, non raggiunte da
cellulari o internet mi ha raccontato come, dopo qualche giorno
sull’isola, ha cominciato ad accorgersi di come più intense e vivide le
relazioni umane sono quando le relazioni sono dirette anziché indirette. La
reazione del mio amico mi sembra un altro modo di esprimere il nostro sentire.
Dopo essere stato in Nuova Guinea il cosiddetto mondo sviluppato sembra al
confronto triste.
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